Ci piace pensarti per sempre così...
Nello spazio infinito che ci circonda, avvolge, sovrasta.
Tra le nubi, le stelle pulsanti di luce, sulle cime delle tue montagne, in riva al mare.

Ma anche tra i fiori più modesti, belli, autentici, di un prato con gli esseri più schivi e puri di questo mondo.
Soprattutto vicino e dentro a noi in ogni momento della giornata.
Accanto ai tuoi amici, alle persone che hanno apprezzato di te la sensibilità, condiviso il pensiero, le idee, amato il tuo cuore grande!
Il tuo sorriso, la tua forza a sostegno di chi soffre, lotta e sogna una società più giusta.
Di chi, come noi, deve proseguire nel difficile cammino quotidiano senza di te, Matteo.

“ Ma’ e Pa’ ”

 

MATTEO

Come pensare che un padre o una madre avrebbero parlato del proprio figlio ventisettenne solo al passato? Purtroppo succede, è successo anche a noi e non lo crediamo.
Aspettiamo ancora di vederlo comparire davanti con i suoi look fantasiósi, anticonformisti, sempre attivo, pieno di idee, di curiosità, ma frettoloso, quasi sentisse che il tempo per lui stava per scadere e doveva fare presto : occuparsi del lavoro, dei "senza casa", dei diritti negati, dell'ambiente bistrattato, del gruppo dei boys, degli amici e, solo alla fine, poco, di lui.

Nella scala dei suoi valori Matteo poneva al primo posto gli altri, le problematiche sociali, i temi
umanitari, per cui si batteva contro qualsiasi forma di ingiustizia, di pregiudizio ed intolleranza,
esponendosi personalmente in tante occasioni.
Timido, schivo e disinteressato credeva fortemente nell'amicizia e nei rapporti umani e si dedicava agli altri con assoluta generosità.
Quanti amici sulla sua strada ! A volte qualche delusione...
Fedele nei sentimenti.
Lo ha mostrato quando, dopo aver conosciuto l'Alle, si è legato intensamente a lei ,vivendo
un'esperienza sentimentale, corrisposta, molto profonda che durava da alcuni anni.
Matteo e Alle hanno condiviso anni nei quali si è compiuta una reciproca maturazione personale.
Matteo ha fatto scelte importanti nello studio e nel lavoro, ha iniziato il cammino e la progettualità di una vita adulta, interrotta però troppo precocemente.
Insieme hanno condiviso la quotidianità, le ore di svago, i momenti dedicati a lotte ed interessi
politici e alle passioni comuni in compagnia dell'adorato Jungle, il Labrador più bello, sensibile ed
intelligente della terra....
Anche Jungle ora, come Achille, come noi, è orfano di Matteo.
Intransigente nel difendere i propri ideali, Matteo era, sotto questo profilo, un figlio molto
impegnativo Spesso portava in famiglia la sua accesa condanna per l'indifferenza generale, per l'apatia delle persone verso le disuguaglianze sociali, le discriminazioni, la guerra, la negazione dei diritti, la mancanza di solidarietà, lo sfrenato consumismo, gli scempi ambientali, la crudeltà verso gli animali.
Si caricava di questi mali del mondo, Matteo, e si sentiva perciò in dovere di lottare sempre in
prima persona contro le cose che riteneva ingiuste e per quelle da conquistare.
Quante manifestazioni, quante lotte, quante discussioni fuori e dentro casa....
In famiglia accese discussioni, non sulle questioni di principio,in fondo condivise, ma originate
spesso dal suo atteggiamento molto severo, intransigente, verso questa società consumistica che crea bisogni fittizi, non reali, dai suoi rifiuti per il superfluo, per i regali, per le cose concesse dai genitori e non conquistate personalmente.
Lui così parco nei bisogni e nelle necessità personali detestava gli abiti "griffati" ,voleva vestire
solo equo solidale con magliette vistose ma di poco prezzo, con loghi antirazzisti, scritte di
denuncia sociale anche provocatorie.
Tutto ciò per presentarsi subito qual era : il sostenitore dei grandi ideali senza possibilità di equivoci, il paladino di chi non conta.
Luì, così vicino per sensibilità innata ed affinata nel tempo, grazie alla conoscenza dei problemi, le letture, il contatto con i meno fortunati, gli ultimi di questa nostra società, era nemico dei privilegi, anche dei suoi, di figlio unico ed amatissimo.
Matteo che amava sin da piccolo la montagna, lo sci, le scalate ed impazziva di gioia alla prima
nevicata, era giunto al punto di sacrificare queste sue passioni perché le riteneva troppo costose ed "elitarie1' rispetto alla difficoltà del vivere delle persone che egli sosteneva, con il pensiero e con l'azione.
Nostro figlio considerava anche lo studio un privilegio e non poteva pensare che, mentre a lui
sarebbe stato permesso senza difficoltà, ad altri era negato per mancanza di mezzi economici.
Di qui la sua determinazione a voler lavorare e studiare contemporaneamente per affermare la sua autonomia economica, per essere coerente con se stesso, i suoi ideali di giustizia sociale, per Sentirsi uguale agli altri.
In quella maledetta domenicali un anno fa Matteo è uscito di casa per un giorno di svago insieme ai suoi amici "boys" e non è più tornato, ma. la sua energia vitale, là sua progettualità, le lotte per i grandi ideali, per una società migliore devono continuare a vivere e lo faranno attraverso chi lo ha conosciuto, amato, apprezzato.
Una Fondazione in suo nome per continuare sulla strada che ci ha indicato è il modo giusto per far vivere Matteo nel tempo oltre che nel nostro cuore.

 


RELAZIONE SULL'ESPERIENZA DI STAGE ESTIVO ALLA CGIL di Matteo Bagnaresi

Quest'estate è stata diversa rispetto alle altre: invece di gettarmi nella vita vacanziera e oziosa, mi sono deciso a partecipare ad un'esperienza di lavoro. Lunedì 22 giugno ore 8.30 del mattino mi dirigo come uno zombie verso il quartiere generale della CGIL, frotte di studenti in abbigliamento hawaiano mi incrociano. Sono ancora in tempo per tornare indietro e scappare al mare dandomi per disperso! No, l'impegno è stato preso e per una volta voglio dimostrare un minimo di responsabilità.

Appena varcato l'ingresso, vengo subito attratto da vecchi volantini e foto di manifestazioni sindacali appesi alle pareti: Berlinguer, Lama e migliaia di persone in piazza per gli ideali in cui credono. La nostalgia della riviera mi abbandona immediatamente, posso finalmente rendermi utile a qualcuno che ha bisogno.
Il luogo in cui svolgerò servizio è l'Ufficio Vertenze, appartenente ad una cooperativa affiliata alla CGIL. Mi accolgono cinque donne festanti e complimentose, capisco subito di essere stato fortunato, la timidezza iniziale si scioglie mentre la responsabile Claudia Carra inizia a spiegarmi ciò di cui si occupa l’Ufficio. Il mio primo incarico è l'intera riorganizzazione dell'archivio di pratiche e vertenze più recenti, vengo a contatto con buste paga e lettere di licenziamento: mi immagino i volti dei lavoratori e lavoratrici mentre metto insieme le buste ingiallite che raccontano anni e mesi di lavoro. Passano i giorni, le mie mansioni si estendono all'utilizzo del computer per immettere in rete i vari nominativi dei lavoratori, le oltre 60 lavoratrici della Serin di Sissa lasciate a casa dopo il fallimento della lavanderia industriale movimentano le mie giornate (anche troppo…).
L'ambiente di lavoro si conferma molto vicino ai miei bisogni e le "colleghe" si fanno in quattro per insegnarmi a svolgere lavori sempre più gratificanti, fino all'ormai mitico l'TFR! Sigla che mi aveva fatto tremare non appena sentita, non è altro che il Trattamento di Fine Rapporto, in poche parole ciò che spetta al lavoratore che cessa un rapporto di lavoro. Per riuscire a stabilire la cifra esatta bisogna spulciare tutte le buste paga dal momento dell'assunzione fino alle ultime. Per chi ha lavorato cinque o sei anni non è un problema, ma per le assunzioni del 1984?! Nell'arco delle tre settimane mi sono cimentato in TFR di edili, piccoli artigiani, alimentaristi, colf e chi più ne ha più ne metta. Sono stato a contatto con operai extracomunitari sfruttati in nero o con collaboratrici domestiche a cui le padrone non volevano pagare le ferie e le malattie. Sono diventato modestamente uno specialista.

Stando a contatto con persone così diverse tra loro ho capito la fortuna di avere dei genitori che mi consentono di studiare, e di essere in grado un giorno di poter difendere, grazie alla cultura, i più sfortunati e disagiati di me. Sembra paradossale ma, nel mondo del lavoro alle soglie dell'Europa di Maastricht, c’è ancora sfruttamento.
Proprio così, lo stage mi ha fatto aprire gli occhi sul mondo che mi aspetterà fuori dalla scuola, non più ovattato, ma duro e con l'obbligo di lottare per ogni cosa.
Mi sono anche reso conto, anche se non ce n'era bisogno, dell'importanza che può avere un sindacato: un luogo aperto a bianchi, neri e filippini che senza fini di lucro cerca di far maturare una maggiore consapevolezza dei propri diritti a persone che, senza colpa, non sono stati capaci di impugnare per difendersi.
Cosa posso ancora dire,il lavoro è stato tanto ma arrivato al 10 luglio mi è dispiaciuto lasciare un ambiente in cui mi sentivo a casa. La riviera è stata trascurata ma non sono pentito per niente di averla fatta aspettare!!! Non è stato un addio, ma un arrivederci al Servizio Civile e dopo chissà…


Canzone degli STATUTO - Un ragazzo come me


ERA UN RAGAZZO COME ME
ERA UN RAGAZZO COME NOI
FORSE SOLO UN PO’ PIU’ FORTE
CORAGGIOSO ASSAI
SEMPRE IL PRIMO E SEMPRE PRONTO
A LOTTARE INSIEME A NOI


ERA UN RAGAZZO COME ME
ERA UN RAGAZZO COME NOI
LA SUA VITA E’ GIA’ UN ESEMPIO
CHE SI SEGUIRA’
PER UN MONDO UN PO’ MIGLIORE
DAVA TUTTO E ANCHE DI PIU’ ERA UN RAGAZZO COME ME
ERA UN RAGAZZO COME NOI
IMPEGNATO CON IL CUORE
PASSI INDIETRO MAI
OGNI GESTO CON ARDORE
COMBATTENDO CON LEALTA’
ERA UN RAGAZZO COME ME
ERA UN RAGAZZO COME NOI
IL RIBELLE COL SORRISO
DI CHI AMORE DA
DI CHI SPERA FORSE UN GIORNO
CHE QUALCOSA CAMBIERA’

BAGNA E’ L’ORGOGLIO DI CITTA’
E PARMA MAI LO SCORDERA’
LA SUA CURVA HA IL SUO NOME E LO CANTERA’
NELLE PIAZZE E PER LE STRADE SEMPRE BAGNA LOTTERA’

 
 
 
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